sabato 15 novembre 2008

ZP studio "novolume design"

Durante l!ultima settimana della Biennale di Architettura la galleria Spiazzi Open Space ospita la mostra “ZPSTUDIO NOVOLUME DESIGN - Light visions from Florence”, dedicata al giovane studio fiorentino di architettura e design: zpstudio presenta per la prima volta a Venezia le proprie "leggere visioni", ambientate sui poderosi frame urbani della Firenze storica.

Il progetto NOVOLUME DESIGN riunisce una serie di lavori sviluppati a partire dal 2006 e accomunati da una ricerca sulle azioni progettuali non-invasive, che si estende dai progetti per la città fino allo studio di alcuni singolari prototipi di oggetti ready-made.

Obiettivo comune di queste sperimentazioni è avvicinare una nuova definizione di ecologia urbana, superando progressivamente la pesantezza degli elementi fisici tradizionali della città "formata" in cerca di azioni light di definizione sensibile dei territori urbani interstiziali: con operazioni di cross-over tra architettura e design e uno sguardo sempre attento alle potenzialità innescate dal ribaltamento funzionale degli spazi (ed oggetti) d'uso quotidiano.

ZPSTUDIO è un atelier di design e architettura fondato nel 2003 da matteo zetti ed eva parigi, entrambi formatisi allla Facoltà di architettura di Firenze dove svolgono da anni attività didattica e di ricerca.
Lo studio è impegnato nel fornire soluzioni creative per il progetto di architettura, di interni e product design; dal 2007 ha inaugurato una collezione di elementi di arredo autoprodotti in serie limitata.
La missione di zpstudio è di esplorare le potenzialità del design e del progetto contemporaneo come strumenti di comunicazione, senza timore di infrangere barriere disciplinari, in continuo dialogo tra pratica quotidiana e ricerca. Molti dei lavori di zpstudio sono stati premiati in concorsi e workshop internazionali, ed esposti nelle principali fiere e mostre in Italia e all!estero; tra gli altri: Premio Best of Now - Parigi, Premio Grandesign - Milano, Tokyo designers! week, Biennale di Venezia, Salone del Mobile di Milano e Saloni di Parigi, Stoccolma, Londra; con la collettiva I.dot/Italian design on tour New York, Chicago, Barcelona, Shangai.

sabato 3 maggio 2008

Thóra Sigurðardóttir

l'artista propone un progetto realizzato nello studio artistico di Vittorio Veneto a cavallo fra il 2007 e il 2008 e nel periodo di residenza a Spiazzi nell'aprile del 2008.
Si tratta di disegni, video-documentari, terre cotte, oggetti trovati e fotografie. E' una domanda sul "problema" inteso come "argomento" o come sviluppo e modo in cui si sviscera un determinato problema ed il suo apparente status all'inizio del ventunesimo secolo

"La casa (l'habitat) - la casa delle memorie - con tutte le sue superfici tattili e sfaccettati cenni di memoria, ricordi; trama, densità, tinta, odore e bisbigli che la pelle e le membrane di orecchi e occhi setacciano e trasformano in memoria. "Virtual remembran(c)es. Trame di superfici vengono ricomposte nella memoria attraverso la pelle e le membrane; le membrane e la pelle lasciano residui sulle (vere) superfici, imprimendo la nostra memoria su di essi o in essi - nella natura "etica" della memoria e del ricordo, peli e pelle, ed i dati che in essi dimorano, sono forse una richiesta di responsabilità, per le generazioni non ancora nate.*
* testo estratto da Geir Svanson sul lavoro di Thóra

Thóra Sigurðardóttir vive a Reykjavik, Islanda, attualmente risiede in Italia. Questa di spiazzi è la sua prima mostra in Italia.
sito personale: http://this.is/thora/ 


Thóra Sigurðardóttir 3 may – 18 may 2008
The project in the exhibition spaces of Spiazzi consists of recent work, realized outside and within the artist’s studio in Vittorio Veneto during the winther months and early spring of 2007-2008, and in the residency studio of Spiazzi in Venice April 08. The work consists of drawings, documentary videos, modeled terra cotta, found objects and photos. It is an inquiry into “matter” and its apparent status at the beginning of the 21st century.
*The house (the habitat) — the house of memories— with all its tactile surfaces and facets hails memories, remembrances; of texture, density, hue, covers, smell, and undertones that the skin, and membranes in ear and eye sifts into memory. Virtual remembran(c)es. Textures of surfaces are mediated to memory through skin and membrane; the membrane and skin leaves residues on (real) surfaces, inscribing the memory of us on it, or in it — in the ethical nature of memory and remembrance, hair and hide, resides data, and maybe an interpellation for responsibility, of unborn generations.*
Thóra Sigurðardóttir lives in Reykjavik, Iceland, with a residency in Italy. The exhibition in Spiazzi is her first one in Italy.
* extracts from Geir Svansons text on Thóra’s work.
 
 
 

domenica 20 aprile 2008

Veronica Green "Colombi santi o peccatori?"



Veronica Green is a young artist from New Zealand, graduated at the University of Fine Arts of Massey (New Zealand).
Since 2006 she took part to many personal and collective exhibitions.

Presentation of the artist, by himself:
“In my undergraduate degree I studied Maori art in mythology and cosmology. More specifically I was studying the use of metaphors and symbols to visually represent a story.

Since I have graduated I have been researching birds and how they are used iconically and symbolically through out the world. I find this interesting as on such a international scale the use of the bird as an image is loaded with so many meanings.
What really inspired me about Venice was its mass population of birds and the connection it had on people. The use of the space in San Marco’s square as a congregational area. Between the Venetian architecture and the city scape Venice to me is a mystical magic land in which the birds seem to dominate over the human population.
More specifically I am interested in the role of the dove and how it interacts with in Venetian society from the past to the present. The pigeon is commonly misrepresented and I think it is important to depict a series of work to represent it for what it truly is and means.
In order to create this work I propose to research the history and stories behind the doves of Venice.
Through my research I will develop a series of designs that will then be refined into a series of final two dimensional paintings.”

sabato 26 gennaio 2008

Vintage Key Jewels "K.Boards"

Sabato 26 gennaio si inaugura la prima esposizione del 2008 a Spiazzi ed inizia così l'esperimento che porterà nella Galleria di Campo S. Martino alcune tra le più interessanti proposte del nuovo design italiano e straniero.
Spiazzi diventa luogo per esporre oggetti fatti con le mani (e con la testa), stringendo un rapporto ancora più stretto con la vera natura di Spiazzi, i laboratori che dal suo retrobottega sfornano cose sempre nuove.

Il 26 gennaio è la volta della coppia di artisti padovani, Marta Rampazzo e Nicola Genovese...
In principio furono “on line”, “power”, “alpha lock” e “run stop”. Comandi di tastiere ormai abbandonate insieme a vecchi computer, accatastate in modo anonimo nelle discariche del nostro passato tecnologico.
 Ora diventano gioielli. Spille e anelli dal design sofisticato montati su acciaio anallergico. Ma attenzione: non i soliti tasti grigi o bianchi diventati ormai oggetto comune nella creazione di bigiotteria moderna. La parola d’ordine qui è vintage, dare nuova vita ai tasti di pc e calcolatori degli anni ’70 e ’80, creando oggetti unici.

L’incontro con la tecnologia d’epoca è avvenuto oltre un anno e mezzo fa in una discarica tedesca. Accanto a cavi ingarbugliati e a schermi sfondati, un tesoro di tastiere coloratissime: verdi, rosse, nere.
Da lì il lampo e l’inizio della ricerca in magazzini e discariche di mezza Europa a caccia di comandi e profili di funzioni ormai cadute nel dimenticatoio, ma pronte a diventare oggetti con un nuovo profilo.E ovviamente unici, visto che le tastiere del tempo che fu sono ormai introvabili e che ognuno potrà scegliere il tasto che più lo rappresenta (meglio uno shift o meglio un alt? Meglio un vecchio pc o un calcolatore data general dasher d2, praticamente introvabile?) e il colore che vuole.Ma l’idea non è solo quella di avere al dito un pezzo di storia telematica o di portare sulla maglia un “distintivo” di una tecnologia che cambia: il concetto dei due artisti è recuperare le storie legate alle tastiere, dare nuova vita a oggetti appartenuti a chissà chi in quale paese, dimostrare che non tutto è divorato dal tempo che passa.
O ancora: che in piena epoca touch-screen la “materia” dei computer può anche essere indossata e che un altro “smaltimento” di quanto resta dei vecchi pc è possibile.
Castello 3865 - 30122 Venezia +393497343853 - infospiazzi(at)gmail.com